Bloody Mary
Si pensa che il suo nome derivi dalla regina Maria I d’Inghilterra, che uccise centinaia di protestanti per far tornare l’Inghilterra a essere un paese cattolico, oppure da Mary, una cameriera al “Bucket of Blood”, un bar e bordello pre-proibizionismo di Chicago. L’attuale Bloody Mary ha subito una trasformazione nel trucco e nel vestiario. Prova ad approfittare di tutto ciò che offre. Ma fa’ attenzione: morde.
60 ml. di vodka
poche gocce di salsa Worcestershire
poche gocce di birra stout
180 ml. di mix per Bloody Mary
salsa picante
Versa la vodka in un bicchiere da una pinta. Aggiungi la salsa Worcestershire e la stout, seguite da dal mix per Bloody Mary. Condisci il tutto con salsa piccate, a piacimento. Aggiungi ghiaccio e agita finche non si forma una leggera schiuma. Usa la tua immaginazione per guarnire, sale e pepe, sedano, cetriolo sottaceto, bacon, carne secca, formaggio blu, peperoncini Hatch, ostie, mini panini ripieni, quello che ti pare.
*
L’estate in cui hai iniziato a diventare una donna, lui nuotava nella tua piscina con tuo fratello. È passato davanti alla tua camera, è andato in bagno e, sulla via del ritorno, ha fatto spuntare la sua testa, soltanto una testa, dallo stipite della tua porta.
«Vieni a nuotare?» Gocciolava sulle assi del pavimento, non più una testa parlante, ma ora un petto e un addome.
Hai allungato la testa, hai annuito lateralmente.
«Grande,» si è avviato verso l’esterno, una gamba, ora era un tendine.
Ti è venuta un’idea. Gli hai detto di tornare indietro. Gli hai detto di sedersi sul tuo letto. Gli hai detto di non essere nervoso.
«Lo volevo fare da tanto.»
Gli hai detto di stare zitto. Hai afferrato il suo esile polso e l’hai spinto sotto la tua T-shirt, sul tuo seno allenato da poco. Gli hai preso il collo e hai tirato la sua faccia sulla tua.
Pungeva. Mordeva. Pulsava nelle budella.
Lo hai spinto via e ti sei cambiata nel tuo armadio, togliendoti il pigiama e indossando il tuo costume da bagno. Gli hai detto che la sua bocca sapeva di succo di pomodoro. Gli hai detto che odiavi il succo di pomodoro.
«Scusami, non piace neanche a me.»
Hai sentito tuo fratello che veniva. Ti sei slacciata il pezzo di sopra. Lui ha cominciato ad agitarsi. Tuo fratello ha aperto la porta e ha spaccato l’incisivo destro del suo amico spruzzando sangue sulla coperta della tua infanzia.
Non l’hai visto più finché non è ricominciata la scuola. Abbassa lo sguardo sulle mattonelle grigio-bianche dei corridoi. Ti chiama stronza sottovoce, ma nessuno ti dà più della troia.
Racconto tratto da “Shift Drink” di Joshua Bohnsack (Spork Press), raccolta di racconti ispirati a diversi cocktail. Traduzione dall’inglese di Stefano Pirone.