6 gennaio
16 giugno
ho trovato la carcassa di una volpe dentro il bosco
1 giugno tardi
ho incontrato i genitori di Nina
non m’hanno visto e li ho seguiti per un poco che si tengono abbracciati come se uno da solo dei due non può camminare con le gambe sue
m’hanno fatto la pena ma meno della pena che ho dentro da tanto tempo ormai
il vecchio s’è fermato a una panchina di legno sotto il campanile e s’è messo a chiagnere
la mugliera in piedi lo ha aspettato come si aspetta uno che si allaccia la scarpa
1 giugno
oggi in paese stanno tutti per strada
nessuno guarda me ma io guardo tutti
oggi è la festa del patrono è festa per quelli che lavorano e se lo pozzuno permettere di stare a casa senza faticare anche se è in mezzo alla settimana
io e mio padre che non abbiamo mai fatto niente nella vita nostra stiamo in giro in miezzo a loro ai lavoratori e anche se lui è peggio di me oggi mi faccio schifo pure io
ho incontrato Toni che stava davanti al bar chiuso sta sempre lì lui perché da un’altra parte è perso
sta bene pure con Mino ma Mino non ci sta e allora glielo chiedo
dove sta Mino? gli dico
sta ancora che non s’è ripreso delle mazzate che gli hai buscato dice
se l’è meritate dico io e non so perché glielo dico dato che non lo penso
l’hai ammazzata tu a Nina? chiede quello
me ne vado e Toni non dice niente
non dice mai niente nessuno
qui tutti chiedono ma non dicono
12 maggio notte
mio padre è tornato a casa ubriaco e l’ho lasciato per terra dov’è caduto
12 maggio
oggi è tornato il maresciallo da solo senza il munaciello collega suo e mi ha detto che hanno trovato Nina nel mare giù a castel volturno che l’ha dovuta riconoscere la madre che il padre non c’è riuscito tanta era la disperazione sua e tanto quella stava gonfia e mangiata dai pesci
m’ha guardato per cercarmi negli occhi le cose che voleva sapere ma non ci stavano perché io a nascondere l’ho imparato da papà
io ti dovrei portare via mi dice
e perché non mi ci porti? gli dico io
e quello rimane fermo e duro come un tronco e a me m’è tornato in mente quello che mi ha detto la prima volta che ci siamo visti
8 maggio
ho incontrato Toni al bar
stava mangiandosi i soldi nella macchinetta e mi ha detto che non ci torna più da me perché ha paura che m’arraggio e pure Mino non ci torna per quello e io gli dico che pure che mi piglia la raggia loro sono fratelli miei e allora lui dice che in paese si dicono cose e io gli chiedo cosa si dice e quello allora racconta che si dice che ho fatto sparire la donna mia e io gli chiedo chi le dice ste fesserie e Toni dice che i genitori sono devastati e io chiedo ancora chi dice che ho fatto sparire Nina e chillo mi dice è stato Mino
allora lo vado a prendere all’officina dove lavora e mentre vado Toni dice ecco vedi ca t’ncazzà
quando arrivo dove so che sta l’amico mio gli tiro giù la porta con un calcio che tanto viene giù pure se mio padre ci sputa sopra e ora che ci penso mentre lo scrivo mi accorgo che ho di nuovo cacciato fuori la rabbia
quasi la stessa del fiume ma non uguale uguale
sono come il diavolo al purgatorio
dentro la baracca Mino sta mangiando e io gli butto addosso il piatto con tutto quello che ci sta dentro e non mi ricordo cosa gli dico ma glielo urlo e poi lo meno con il gancio per tirare su gli attrezzi
quando vedo il sanghe mi fermo che è come un avviso per me e infatti la Nina non ha sanguinato e per me è stato come un semaforo verde
me ne vado che quello è gonfio che non lo riconosce più manco Toni
nemmeno gli ho detto perché l’ho mazziato
5 maggio
mio padre non m’ha chiesto delle guardie di Nina di niente
quello non parla e nemmeno chiede io invece mi faccio le domande nella testa ma non trovo la risposta
mi cerco la stessa raggia che ho avuto al fiume e non la trovo ma se la trovo la butto tutta addosso a lui a questa bestia di padre.
uno c’ha tutta sta rabbia che viene fuori in una volta sola e non sa perché e se lo sa se l’è perso o se l’è dimenticato
che tengo la colpa invece che mi mangia come i vermi la terra
4 maggio
è arrivato il fuoristrada della forestale davanti alla casa
è venuto fuori il maresciallo con un altro più giovane che pare un munaciello
l’ho già visto al paese
mio padre è uscito fuori con le mutande e gli scarponi senza le calze
m’ha guardato come se le guardie le ho chiamate io e a loro li ha guardati come se fossero merda che manco s’è seccata
dobbiamo parlare con il ragazzo dice quello giovane
mio padre ha preso e se n’è andato non ha chiesto non ha detto s’è buttato in casa e ho sentito le molle del letto cantare e allora il maresciallo s’è seduto sulla sedia privata del vecchio e ha detto manco un bicchiere d’acqua m’avete offerto e io non ho risposto
quello giovane mi si è buttato davanti con le mani nelle tasche e le tasche vicino alla pistola e m’ha fatto tutte domande mentre il maresciallo manco mezza ma ascoltava anche se guardava dintro ru voscu.
tu e la femmina tua andate d’accordo? dice
io non ce l’ho più la femmina dico
e si capisce dice quello e poi mi chiede perché non ce l’ho più
perché non andavamo d’accordo dico
si capisce pure questo dice allora
cosa si capisce? chiedo io
da quanto non la vedi? chiede questo
da mesi rispondo
quello leva le mani dalle tasche e se le butta sulla cintura poi si gira verso il maresciallo lì seduto sulla poltrona privata che se lo vede mio padre gli piglia il diavolo
marescià che facciamo ce lo portiamo? dice il munaciello
allora il maresciallo si alza con una fatica che pare qualcuno lo sta tirando per il pantalone e si avvicina e mi dice una cosa che non mi pozzu dimenticare più
ca non gliene futte a nisciuno chi scumpare chi more chi s’accatta le cose d’altri e chi le cose non ce l’avute mai. ca siamo al purgatorio e una volta che ce ne iamu abbiamo l’nfierno che c’attenne
lo dice e poi se ne vanno tutti e due insieme alla forestale
e che glielo dico io che a Nina l’ho buttata nel fiume con queste mani?
14 aprile
oggi ho buttato dei fiori nel volturno
fiori da niente che stavano sul sentiero ma li ho lanciati per il ricordo e per la colpa
13 aprile
oggi mio padre m’ha mazziato e sputato
ha detto che gli faccio schifo e farei schifo pure a mia madre che chilla se sapesse la fine che sto facendo si ietterebbe giù da dove sta per finirci di testa davanti alla veranda poi m’ha detto che avevo la femmina e l’ho fatta scappare che avevo la scuola e non ci sono andato più e allora m’ha mazziato con un rastrello ma dalla parte del manico e ora faccio fatica a scrivere non so se per le botte o per la tristezza che m’ha presa di pensare che invece che un padre tengo in casa una belva
almeno oggi ha parlato più del solito
2 aprile tardi
pure io non faccio niente a parte scrivere quando mi viene di farlo e fare il disastro per colpa della raggia
2 aprile
mio padre se n’è andato a pescare la carpa giù all’oasi
è partito di notte che non tiene la macchina ed è sceso con la bicicletta
deve pescare col buio per fare la pesca di frodo
io me ne sono rimasto nel bosco con Toni e Mino che hanno portato i fiaschi e ci siamo messi a bere sulla veranda
abbiamo chiacchiariato e quelli m’hanno chiesto se ancora scrivo le memorie io gli ho detto che ogni tanto scrivo i pensieri che mi capitano e Mino m’ha detto che poi ci faccio il libro
Toni ha detto che devi avere la vita interessante per farci il libro e io gli ho detto che cacchiu ne sai tu della vita mia e quello m’ha risposto che al paese tutti sanno tutto della vita di tutti
però non è vero
poi quelli si sono ubriacati e hanno cominciato a cantare le canzoni dei pescatori sulle barche e io gli ho detto che il nonno mio scavava nello stomaco delle vacche che era macellaio e quelli m’hanno detto meglio di tuo padre che non fa niente
io mi sono vergognato di lui di me e di mia madre che mo’ è morta e allora gli ho detto di andarsene via minacciandoli col fiasco vuoto che ho scassato sull’asse della veranda e quelli se ne sono andati e io mi sono messo a penzare a Nina e dopo un po’ mi sono vomitato tutto mezzo fiasco sui piedi e me ne sono andato a buttarmi nel bosco prima che mio padre torna con le carpe
9 marzo
quaderno nuovo
oggi sono tornato al fiume nello stesso punto e ho schiacciato cavallette e ditischi a mani nude fino a impastarmi le dita come se c’avessi la colla sopra
vorrei non avere il pensiero fisso che se smetto di averlo smetto pure di pazziare
8 marzo
quello che lavora al benzinaio m’ha chiesto dove sta la donna mia che non l’ha più vista in giro
16 febbraio
sto finendo il quaderno
ho contato le pagine che ho strappato
sono ventidue
devo comprare un altro quaderno anche se non so se continuo a scrivere e se poi scrivo ancora non so perché lo faccio
forse perché il disastro che ho combinato magari se ne esce da me
mio padre non sa nemmeno scrivere non parla e non scrive
amme me l’ha insegnato la scuola e solo quello m’interessa: sapere scrivere un poco leggere qualcosa e parlare
29 gennaio
è successo che oggi s’è fermata davanti alla veranda una volpe e mio padre l’ha sparata con il sale
la bestia ha fatto un verso che è come l’urlo di bambino ma con il dolore dell’adulto e poi se n’è andata zoppicante con il pelo chinu di sanghe trascinandosi come qualcosa che già sa che sta morendo
e allora gliel’ho detto a mio padre
ma lo sai che a quella l’hai accisa? gli ho detto
l’ho sparata col sale ha detto lui e ha sputato del nero sulle assi della veranda
nel bosco non ci sopravvive combinata così gli ho detto
lui s’è voltato è rientrato io ho strofinato via il nero con la punta della scarpa e non è venuto via niente
s’è solo allargato e l’asse se l’è bevuto
Mattia Grigolo vive a Berlino, ha fondato Le Balene Possono Volare, progetto di laboratori ed eventi creativi, il magazine di approfondimento Yanez e la rivista letteraria Eterna. Ha pubblicato oppure sta per pubblicare racconti e altre cose su ‘Tina, ‘Crack, L’Inquieto, Inutile, Not, Rolling Stone, Narrandom, Cedro Mag, Il Mucchio, Yanez, Bomarscé, Salmace.