Anna sta coi morti – Daniele Scalese

Enzo vorrebbe che la vita non cambiasse ma non può fare nulla per fermarla. Così, semplice spettatore della storia di un’altra protagonista, non può che assistere mentre la compagna Anna, dopo la diagnosi di leucemia durante la gravidanza, viene catapultata dal lavoro claustrofobico di tecnico d’obitorio a ospite ricorrente di un programma televisivo e si allontana sempre più da lui. E mentre lei sale agli onori della cronaca, lui scende nelle profondità dell’obitorio e la sostituisce nel suo lavoro, lì tra i lettini e le celle in cui i colleghi sembrano seppellire delle verità inconfessate.

Narrando con uno stile asciutto e straniante la crisi di una coppia che si sta disunendo, “Anna sta coi morti” lega due attese, quella di un figlio e quella di un lutto, costantemente in bilico tra la sovraesposizione mediatica e l’intimità della malattia, tra ciò che ci si porterà nella tomba e ciò che si vuole dire prima che sia troppo tardi.

17,00

Disponibile

Descrizione

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DICONO DI QUESTO LIBRO:

«Anna sta coi morti è un libro perfetto perché tutto ciò di cui è composto – la copertina, il titolo, il tema, la struttura delle frasi – è coerente e concorre a creare un romanzo organico e compiuto. Un’ottima prova di scrittura.»
– David Valentini, Limina
«[…] un breve, intenso, viaggio nella trasversalità delle vite, nelle ombre che richiamano luce, nei rumori che risucchiano tenebre.»
– Gianluca Garrapa, Satisfiction
«È una collezione del dolore degli altri quella che fa l’autore, senza pietismi e senza mielismi, scrivendo un’opera che potrebbe tranquillamente essere fedele testimonianza di questo tempo che viviamo.» – Graziano Gala, Treccani
«Daniele Scalese […], con uno stile di scrittura minimalista e una penna graffiante afferra il bisturi per aprire un freddo confronto tra la vita e la morte. Un romanzo consigliato a chi non ha timore di usare la propria sofferenza per trasmettere un messaggio collettivo.»
Serena Votano, Magma Magazine
«Leggere le parole di Scalese dà l’impressione di muoversi dentro una sequenza di stanze asfittiche, stranianti, la cui luce si rivela attraverso fessure minime, riconoscibili solo dopo aver abituato l’occhio a un’oscurità perenne.»
– Stefano Bonazzi, Senzaudio
«Enzo offre, infatti, un punto di vista lontano da sentimentalismi e retoriche, capace di mettere in evidenza gli aspetti più controversi della malattia di Anna e le conseguenze che questa comporta sulla loro vita di coppia.»
– Francesca Cocchi, Rivista Blam
«Un romanzo originale, ben scritto, che spazia dall’onirismo allucinato alla mimesi di frequenti sequenze dialogiche. Un’opera in cui, se emerge il ‘cannibalismo’ d’amore, affiora anche il disperato bisogno che ciascun individuo ne avverte durante la propria esistenza.»
– Gianni Antonio Palumbo
Anna sta coi morti di Daniele Scalese è un romanzo ipnotico e claustrofobico, una nenia esiziale e decadente, ma è soprattutto un romanzo coraggioso che parla della morte: la grande assente di questo nostro tempo. Scalese, consapevole che sulla morte non c’è né consenso né un’univoca visione, evidenzia una vera e propria debolezza culturale contemporanea intorno alla quale si è creata una congiura del silenzio.” – Emanuela Chiriacò, LeccePrima

Informazioni aggiuntive

Scritto da

Collana

Pagine

162

Formato

Cartaceo, copertina morbida, 12,5 x 19,5 cm

Anno di pubblicazione

2023

Incipit

(Incipit del romanzo “Anna sta coi morti” di Daniele Scalese)

1.

A Natale chiamarono due volte e un ospedale che insiste è un ospedale che ha cattive notizie. Anna lavorava quel giorno perché si muore ogni giorno e raggiungeva l’obitorio mentre io cercavo il centro di medicina. Ritiravo le analisi e lo scoprivo per strada: Anna, all’undicesima settimana di gravidanza, aveva la leucemia.

A quel punto, io dovevo dirlo a lei.

In obitorio, Alberto annunciava i morti da vent’anni e forse avrei potuto lasciar parlare lui anche in quell’occasione.

«Stai bene?» mi chiese all’ingresso della sala mortuaria.

«No. Anna dove sta?»

Anna stava coi morti.

2.

Mi fece promettere di nascondere la malattia, era una cosa sua e così doveva restare.

Poi tornammo a casa.

Era costata quanto gli appartamenti popolari perché ne mostrava le medesime crepe e nessuno chiedeva se il mutuo lo pagassi anch’io, tutti davano per scontato che non avessi i soldi per potermelo permettere. Sua madre aveva insistito per una sistemazione più vicina a lei ma Anna preferiva vivere accanto all’obitorio. Mara e suo marito Francesco arrivarono per l’ora di cena. Parlai con loro per una mezz’ora piena, da quando non lavoravo ero a corto di argomenti e io non lavoravo da mesi, e per Mara era il segno che le cose non andavano bene. E un cancro che segno sarebbe? – pensai, finché la figlia si coprì la bocca con le mani; rivoli di sangue attraversavano gli spazi tra le dita, scivolavano sul tavolo e si dilatavano sul pavimento.

Noi la guardavamo come si guarda chi sta per morire.

3.

La tac del 28 dicembre confermò la diagnosi iniziale. Scoprimmo che la leucemia linfoblastica acuta è un tumore caratterizzato da un accumulo di linfociti nel sangue, nel midollo osseo e nel sistema nervoso e, nel suo caso, l’alterazione era causata dal cromosoma Philadelphia. La diminuzione dei globuli rossi sani comprometteva la capacità del corpo di trasportare ossigeno e generava anemia; quella delle piastrine alterava la capacità di coagulazione del sangue, provocando emorragie. Erano queste le cose da sapere per prepararsi ai sei mesi successivi come ci si prepara al lutto. Un medico sosteneva che la chemio andava esclusa per proteggere l’embrione e aggiunse che esistevano possibilità di partorire guardando in basso a destra come quando si sta mentendo.

Anna lo sapeva: doveva scegliere tra due vite e le restavano sette giorni per farlo, prima che l’aborto non fosse più consentito.

4.

Ho scoperto di avere la leucemia ed è stato come essere travolta da un’onda improvvisa. La vita è ciò che facciamo per noi mentre lei fa qualcosa di noi e sott’acqua non puoi chiederti perché stai annegando, ma come tirarti fuori. Se interrompo la gravidanza, sprofondo. Non farò la chemio, troveremo altre soluzioni e sarà l’amore per mio figlio a darmi la forza per salire in superficie: quell’amore sarà ogni giorno più forte perché verrà sostenuto dalle persone che sceglierebbero come ho scelto io.